CORPUS

Testo tratto da “Corpus, edizione Skira 2004”
Guardando il pesce non pensiamo al sangue. Il suo occhio, rotondo e generoso come il suo corpo, rimane sempre aperto e fisso. IL suo sguardo ci insegue è stupito, sorpreso e non ci lascia. Un occhio che rimane aperto, testimone vivo della sua morte, di fronte all’uomo. Vigile, drammaticamente – FISH -EYE.
Il CLOSE-UP di questa ricerca esclude il reportage. È un “tutt’opera” e nasce per indagare l’ IPER-REALTÀ. Dall’intensità del vero rinasce il desiderio del dipingere. Ho percepito la materia della pittura di Rembrandt nel tonno squartato, appeso nel mercato del pesce a Trapani. Jackson Pollock e Alberto Burri si sono incontrati nei legni dipinti e sofferti delle barche di Bonagìa. Max Ernst mi sollecita all’amore per le apparizioni di Odilon Redon e il pesce spada, inciso, disegnato dal pescatore di Trapani, mi invita a cercare l’intensità e la poesia del “segno proporzionato” graffito nella grotta di Levanzo.
Il CORPUS è anche la rete tessuta fitta fitta per arrestare la corsa dei tonni che si riproducono nelle acque calde da maggio a giugno. La rete è mobile e viene sollevata lentamente al momento della mattanza. Deve essere robusta per contenere la forza straordinaria che i pesci dimostrano prima di morire.
MATTANZA FUORI. Le immagini delle guerre per il petrolio invadono il quotidiano e terrorizzano con uccisioni e morte in video-conferenze. Ci difendiamo con distacchi cerebrali che anestetizzano il dolore, diventando testimoni algidi di mattanze.
Come i tonni dobbiamo tenere gli occhi aperti. Ancora FISH-EYE.
©Giuseppe Pino 2003 (foto a destra)
©Giovanni Falcone (per le musiche del video “Corpus”)